Il reddito di cittadinanza: uno strumento per combattere mafie e disuguaglianze
Proprio in questi giorni il reddito di cittadinanza viene sottoposto a modifiche radicali. Il Governo Meloni infatti ha deciso di tagliarlo alle e agli “occupabili” per il 2023 e di abrogarlo definitivamente nel 2024.
In un mondo del lavoro caratterizzato dalla crescita di lavori a basso valore aggiunto, dal boom del tempo parziale involontario, dalla diffusione del lavoro nero e di contratti precari, con salari bassi e l’assenza di un salario minimo, dall’aumento dei costi dell’abitare, il Governo ha deciso risparmiare sul welfare, eliminando il Reddito di Cittadinanza senza proporre ad oggi alternative concrete.
Sappiamo bene però come in questi anni il Reddito di Cittadinanza abbia permesso a migliaia di persone di superare la soglia di povertà e arrivare alla fine del mese. Questo strumento risulta quindi non solo essenziale per strappare migliaia di famiglie dal giogo del precariato e del lavoro povero, ma diventa anche un reale contrasto per tutte le dinamiche mafiose e di sostituzione dello Stato che la criminalità organizzata mette in campo.
Come difendere dunque il reddito di cittadinanza? Come ampliare e favorire la diffusione di questo strumento per arginare la povertà e lottare contro il fenomeno mafioso?
Ne parleremo con Alberto Campailla di Nonna Roma , Mutuo Soccorso Milano, Monica De Luca del Presidio di Libera Lea Garofalo e il prof. Benassi (Sociologia dei processi economici e del lavoro in Bicocca)