Saremo in piazza il 12 dicembre con la rete Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e solidale per ricordare le vittime della strage di Stato, il 15 dicembre per non dimenticare Giuseppe Pinelli e il sacrificio di Saverio Saltarelli ucciso dai carabinieri il 12 dicembre 1970.

L’appello della rete:

Contro ogni fascismo e ogni guerra:
Milano ricorda le vittime di Piazza Fontana e Pinelli

Chi governa, non può essere in continuità con il fascismo

Non c’è Futuro Senza Memoria

La strage del 12 dicembre 1969 di Piazza Fontana, resta per Milano e per tutto il Paese uno dei momenti più drammatici della storia d’Italia. Non possiamo dimenticare le 17 vittime innocenti nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, l’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e l’incarcerazione per anni dell’innocente Pietro Valpreda. 
Da molti anni questo appuntamento significa innanzitutto rinnovare l’impegno antifascista, un impegno che si è reso necessario dopo la lotta di Liberazione per contrastare in passato il tentativo dello Stato di gettare il Paese in mano ai militari e ai fascisti, per portarlo verso una deriva autoritaria. 

Resistere al fascismo significava ieri e significa ancora resistere alla Guerra, che manda al macello, uccide e stupra intere generazioni, i loro corpi e i loro territori. 
Ricordare Piazza Fontana significa sapere che lo Stato e i servizi segreti statunitensi facevano esplodere bombe terroristiche in uno scenario di guerra fredda, dove l’atomica era un ricordo fresco e il suo utilizzo sembrava possibile. Esattamente come oggi. 

Non dimenticare le stragi di Stato significa sapere che un governo può dichiarare guerra aperta ai diritti, al reddito, al dissenso. E’ successo in passato e può accadere ancora, la storia ci insegna che dal dopoguerra a oggi tentativi di svolte autoritarie sono sempre possibili. 
Oggi, l’appuntamento del 12 dicembre è ancora più necessario di fronte al governo di estrema destra che si è insediato, che fin dal discorso alle Camere si è presentato con un taglio fortemente identitario, che evidenzia alcune assonanze col passato regime fascista.  

Per le vittime delle stragi, soprattutto di Piazza Fontana e Piazza della Loggia, leggere il nome di Isabella Rauti tra i componenti del governo fa correre dei brividi lungo il corpo, per il ruolo che ha avuto il padre in Ordine Nuovo. Altrettanto sconcertante è avere come seconda carica dello Stato Ignazio La Russa, che a distanza di pochi anni dalle strage del 1969 diventa responsabile provinciale di Milano del Fronte della Gioventù, resta nella nostra mente in particolare, quando il 12 aprile 1973 in testa al corteo guidava una manifestazione non autorizzata che si conclude con il lancio di bombe a mano uccidendo l’agente Antonio Marino. 

La continuità al fascismo si vede in ogni aspetto di questo governo:

  1. Dal simbolo di Fratelli d’Italia che contiene quella fiamma tricolore che arriva dal Movimento Sociale Italiano, fondato da due repubblichini come Almirante e Romualdi nel 1946.
  2. L’attacco all’aborto e all’autodeterminazione dei corpi delle donne e delle soggettività LGBTQIA+
  3. I respingimenti alle frontiere e i porti chiusi di fronte a persone che scappano dalle guerre e dalla miseria, definite “carico residuo”, nell’estrema manifestazione di un razzismo strutturale e di Stato.
  4. Una decisa frenata sulle politiche per il clima e la sua sostenibilità
  5. Rilanciare una riforma presidenzialista che rafforzi il potere esecutivo
  6. Le nuove norme contro il dissenso e l’aggregazione, che introducono pesanti provvedimenti repressivi anticostituzionali che intendono risolvere i problemi sociali con l’ordine pubblico
  7. Gli attacchi al reddito e a* lavorator* e la speculare tutela delle imprese e dei grandi capitali

L’appello si rivolge anche a quelle realtà che in questi ultimi anni si sono mobilitate su temi specifici, da Non Una Di Meno che raccoglie un movimento intergenerazionale, i tanti giovani ragazzi e ragazze impegnat* nella battaglia per il clima, la rete No-CPR che da anni monitora e denuncia lo stato di reclusione a cui sono costretti gli stranieri in attesa di rimpatrio, il mondo della scuola in lotta per una cultura degna perché chi è ignorante è più facile da controllare.  

Su queste ragioni invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza il 12 dicembre per il corteo che attraverserà il centro di Milano e il 15 dicembre in Piazza Fontana per ricordare l’assassinio di Giuseppe Pinelli.