Nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione del DPCM del 24 ottobre scorso che ha previsto nuovamente la chiusura di teatri e cinema, la discussione riguardante il mondo dello spettacolo si è accesa anche sul possibile futuro dell’arte del teatro e una delle sue caratteristiche fondamentali, cioè la partecipazione attiva del pubblico dal vivo.
Il dibattito si è concentrato soprattutto sulla digitalizzazione del teatro che da un lato ha fatto storcere i nasi a chi pensa che si perderebbe l’essenza del teatro, dall’altra ha entusiasmato una parte della comunità degli addetti e non ai lavori che stanno attivandosi per assorbire questi cambiamenti.
Dopo una chiacchierata con Alessandro Anglani, attore e professionista dell’informatica (gamification, programmazione web e gestione social), abbiamo concluso che questa accelerazione della digitalizzazione ha fatto sviluppare l’esigenza di trasportare l’arte teatrale sul web, senza però cercare di imitare il tipo di rapporto che si crea con il pubblico dal vivo in una sala teatrale, ma adattando il teatro a un media differente per creare un nuovo genere di interattività che non tolga valore artistico alla performance teatrale.
A questo punto risulta fondamentale trovare una formula che permetta, da un lato di adattare il teatro a questa nuova realtà tecnologica, dall’altro di ribadire e mettere ancora più in evidenza la professionalità di un intero settore e la tutela dei suoi lavoratori.
Per questo motivo hanno partecipato alla stesura di un “Vademecum Streaming” Alessandro Anglani, Marisa Della Pasqua e Mariagrazia Pompei, nel contesto della comunità di ATTRICI E ATTORI UNITI, in collaborazione con professionisti, avvocati e rappresentanti dei sindacati (SCL-CGL-SAI). Il documento ha come scopo quello di informare e facilitare ai teatranti e artisti l’approccio al mondo dello streaming tutelandone i diritti e i doveri.
I tre obiettivi principali derivanti dallo studio riguardano soprattutto la tutela dell’artista attraverso la stesura e la firma di documenti chiari e specifici, nonché la firma di contratti regolari e infine il tema del compenso adeguato agli strumenti utilizzati e al servizio fornito.
L’apporto da parte di legali come Emanuele Fava, in riferimento agli articoli del nuovo CCNL, rende le risposte del documento ancora più chiare e precise. Il vademecum si occupa di fornire chiarimenti su una varietà di argomenti: dalle le modalità con cui è possibile trasmettere uno spettacolo teatrale in streaming o pubblicare materiali artistici su piattaforme web, nel rispetto dei diritti d’autore e della proprietà morale e intellettuale, fino a quello che concerne il mondo dei provini.
Molto diversa è poi la condivisione di opere d’arte sui social media, partendo dal presupposto che nel momento in cui si crea un account social si concede una licenza alla suddetta piattaforma per l’utilizzo dei contenuti. L’obiettivo, in primo luogo, è quello di voler distinguere la condivisione di prodotti culturali per autopromozione da una condivisione che sia studiata dal punto di vista qualitativo, delle sistematicità e strategico. Il vademecum quindi si occupa di illustrare come l’artista possa proteggersi attraverso, per esempio, l’apposizione di un watermark o gli strumenti che si hanno a disposizione in caso di violazione del copyright e della proprietà intellettuale. Ricorda inoltre che l’informazione personale rimane sempre e comunque un elemento fondamentale, contestualmente allo sviluppo di buone pratiche per la condivisione online, in modo da mantenere quella professionalità tipica di questo settore e permettere il ricorso alla legge ove ve ne fosse il bisogno.
Il documento, infine, offre modelli di marketing che possano invogliare il pubblico, proprio perché tanta e variegata è l’offerta culturale online, a partecipare attivamente allo spettacolo teatrale o all’evento culturale in streaming.
In tutto il mondo e anche in Italia esistono già progetti (ancora in fase di valutazione) di diffusione streaming come l’Opera Streaming in Emilia-Romagna o il Welcome Theatre nel Lazio, ma anche la stessa RAI.
In conclusione, guardando prospetticamente a questo periodo e a quello post-pandemia, risulta fondamentale informare e proteggere tutti coloro che sono all’interno di questo settore nella corsa alla digitalizzazione e al cambiamento. Di conseguenza, si auspica sempre di più un lavoro congiunto tra professionisti dello spettacolo ed esperti del settore informatico affinché vengano proposte nuove modalità per la fruizione di prodotti culturali e la partecipazione attiva del pubblico.
La fonte principale di questo articolo è il “Vademecum Streaming – A2U”. Si ringraziano gli autori del documento Alessandro Anglani, Marisa Della Pasqua, Mariagrazia Pompei e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo tecnico e legale per la stesura dello stesso: Emanuela Bizi, Asia Coronella, Simone Faloppa, Emanuele Fava, Davide Seminara, Nicoletta Serao, Carlotta Viscovo.