In merito alla petizione promossa dalle associazioni Giardini in Transito, Libera, Circolo Arci Lato B, Vivisarpi e Circolo Combattenti e Reduci per la salvaguardia dei tigli del giardino Lea Garofalo e del glicine del Circolo Combattenti di Piazza Baiamonti, petizione che ha ottenuto in soli 30 giorni oltre 47.000 firme, a cui si aggiunge l’appoggio del Consiglio Comunale di Milano che, nella seduta del 13 aprile ha votato l’ordine del giorno “modifica dei progetti del Museo della Resistenza”, nella quale si chiede al Sindaco e alla Giunta di intervenire affinché venga rivisto il progetto, adottando tutte le misure necessarie per salvaguardare le alberature esistenti, comunichiamo quanto segue:

Giovedì 19 aprile a Palazzo Marino si è tenuto un incontro cui hanno partecipato da una parte esponenti del Ministero della Cultura (Dr.ssa Furts, responsabile provinciale e l’arch. Lattanzi, Responsabile Unico del Procedimento), il titolare dello studio di ingegneria che ha sviluppato il progetto esecutivo, gli assessori del Comune di Milano Tancredi (assessore all’urbanistica) e Grandi (assessora al verde) nonché il Presidente e l’assessore al verde del Municipio 1 (Mattia Abdu e Lorenzo Pacini), e dall’altra i rappresentanti delle associazioni che hanno promosso la petizione.

Nonostante da tale incontro si attendessero concrete proposte nella direzione di una possibile risoluzione della questione, non è emersa, da parte degli esponenti del Ministero, alcuna disponibilità a prendere in esame possibili adeguamenti del progetto per consentire a alberi e museo di convivere assieme, con la motivazione che tali modifiche non sarebbero percorribili a causa del fatto che il progetto è già appaltato e finanziato.

Consapevoli dell’importanza della realizzazione del Museo Nazionale della Resistenza, appare poco comprensibile una tale chiusura considerato che, analizzando nel dettaglio i disegni tecnici esecutivi, risulta chiaro che alcuni alberi si trovano al di fuori dell’area di scavo dell’edificio mentre per gli altri che insistono su quell’area, modifiche minori da apportare sulle strutture perimetrali delle fondazione sarebbero sufficienti a preservare l’apparato radicale delle piante ivi presenti.

Si tratta di modifiche di modesta entità che, in base all’esperienza dei tecnici delle associazioni, potrebbero essere eseguite come varianti in corso d’opera, all’interno della quota imprevisti comunque già contabilizzata, senza alterare il quadro finanziario dell’intervento e le tempistiche realizzative.

Alla luce di quanto sopra i promotori della petizione, nel rimarcare che tutto questo poteva essere facilmente evitato se il Comune di Milano avesse per tempo posto alberi e glicine come elementi prioritari da salvaguardare alla base della progettazione, respingono la posizione di chiusura dei funzionari ministeriali e si appellano direttamente al sindaco Sala affinché intervenga presso i tecnici del Ministero per mettere in atto ogni sforzo possibile per trovare soluzioni alternative all’abbattimento delle piante, rimediando così, finché ancora si è in tempo, al grave errore di non aver adeguatamente tenuto in conto della presenza di queste piante nell’impostazione iniziale di tutto l’intervento e, soprattutto, dando risposta positiva alle decine di migliaia di cittadini, che a gran voce chiedono che questi alberi vengano salvati!

Milano, 8 maggio 2023

Giardini in Transito APS,
Libera Milano,
Circolo Arci Lato B,
Associazione Vivisarpi,
Circolo Combattenti e Reduci