Oggi, 13 ottobre, migliaia di studenti sono scesi in piazza da tutta la regione per scioperare un’alternanza al momento poco utile, mal progettata e messa in pratica ancora peggio.

Ormai la legge 107 è entrata in vigore da due anni, eppure il Ministero non ha ancora agito sulle tutele e i diritti degli studenti, ma ha solo rilasciato magniloquenti dichiarazioni, come fossero tormentoni estivi che passano in radio.

“Non sono accettabili casi in cui gli studenti vengono molestati, come successo a Monza, né si può tollerare che gli studenti debbano pagarsi gli spostamenti di tasca propria e che l’alternanza permetta all’azienda di avere manodopera gratuita a scapito dei lavoratori. Chiediamo con forza che l’alternanza sia fuori dalla filiera produttiva e non crei profitto, ma sia un’occasione formativa per gli studenti, affiancando al sapere il saper fare” dichiara Luca Redolfi, coordinatore dell’Unione degli Studenti Lombardia.

E’ il nostro tempo e dobbiamo riprendercelo! In modo provocatorio siamo scesi in piazza con le tute blu, perché siamo stufi di essere sfruttati, come accade a molti lavoratori, senza neppure ricevere uno stipendio.

Vogliamo che finalmente il Ministero rilasci una Carta dei diritti degli studenti e delle studentesse in alternanza che li tuteli, perché casi come quello di La Spezia – in cui uno studente è stato travolto da un muletto caduto – sono gravissimi e inaccettabili. E’ tempo che il Governo si assuma le proprie responsabilità e ascolti la voce degli studenti, smettendo di coltivare soltanto i propri interessi a scapito delle fasce più vulnerabili.

“Ho passato la mia esperienza di alternanza in comune seduto in angolo senza poter fare qualcosa di utile e, nonostante la mia volontà di imparare a fare qualche mansione, mi veniva risposto di non preoccuparmi, perché tanto mi sarebbero state contate lo stesso le ore di alternanza” afferma Matteo di un liceo milanese in periferia.

Il governo non ha dato alcun aiuto alle scuole, dopo aver imposto l’alternanza scuola-lavoro, giocando allo scarica barile delle responsabilità. Così le scuole si sono ritrovate a improvvisare le attività più disparate affinché gli studenti potessero ottenere le ore di alternanza, ormai fondamentali e vincolanti per l’esame di maturità. In alcuni casi gli studenti hanno avuto ore di alternanza riconosciute dai preti delle proprie parrocchie per aver fatto gli animatori, non proprio in linea con la laicità dello stato, oppure ore di conferenze che, per quanto interessanti, non danno una formazione lavorativa.

Per questo abbiamo deciso di incrociare le braccia e scioperare, perché non è più sopportabile il fatto che i nostri diritti vengano calpestati e che veniamo trattati come semplice manodopera gratuita, invece che come soggetti che dovrebbero avere un’esperienza formativa!

La manifestazione di Milano ha visto la partecipazione di diversi territori dell’UdS Lombardia.