YO DECIDO!“Yo decido” è lo slogan che qualche settimana fa urlavano le donne spagnole contro la misura adottata dal governo Rajoy che, se venisse approvata, limiterebbe l’interruzione di gravidanza.
Oggi di fronte ad un corteo del “Movimento della Vita” è necessario essere presenti per protestare nei confronti di questo movimento che mette in dubbio sia l’autodeterminazione della donna che il suo stesso diritto di scegliere, in piena coscienza.
Un’ondata oscurantista sembra emergere e guadagnarsi sempre più spazio in Europa, in Italia in tale senso si è già agito mediante lo svuotamento della legge 194/78 con l’inserimento dell’obiezione di coscienza. Un’ obiezione che si è trasformata in regola reiterata, che al sud sfiora il 90% mentre qui in Lombardia sono obiettori il 68% dei ginecologi, il 50% degli anestesisti e il 40% del restante personale sanitario, legata alle lobby di potere come Comunione e Liberazione, regola che è prassi di sette medici su dieci, che determina persino le assunzioni e le progressioni di carriera dei giovani medici e isola i medici abortisti.
Oggi protesteremo perché riteniamo che il controllo del corpo, il divieto di disporre della propria vita, facendo leva su principi di tipo morale e religioso, è sempre stato uno strumento di controllo sociale utilizzato da governi conservatori e confessionali.
In paesi che soffrono già di un maschilismo malato, queste spinte populiste e questi rigurgiti conservatori, risultano deleteri per l’Europa che vogliamo costruire. Davanti a noi c’è tanto lavoro da fare sulle questioni di genere proprio mentre ci troviamo a contare un femminicidio al giorno e a dover difendere le nostre scarse tutele, in un paese dove la discriminazione di genere è all’ordine del giorno, che sia nella divisione del lavoro domestico, nel settore professionale e persino nei ruoli sessuali che vogliono la donna dominata e passiva.
Preoccupante e indicativa è stata in questo senso la bocciatura della risoluzione Estrela, presentata al parlamento europeo, colpevole qualche estensione del partito democratico.
Questa misura avrebbe disciplinato sul tema della “salute e dei diritti sessuali e riproduttivi”, risoluzione che sanciva il diritto “all’aborto sicuro e legale” nei paesi membri, promuoveva un’educazione sessuale adeguata per bambini e bambine al fine della prevenzione di gravidanze indesiderate e della garanzia di un accesso equo alla contraccezione in una ottica di discriminazioni di genere.
Il Movimento per la Vita che in Italia ha raccolto 20 000 tesserati, ma conta circa trecento manifestanti durante le proprie mobilitazioni, ha contorni troppo vaghi ed imprecisi: non si esprime totalmente a favore dell’abrogazione della legge 194/78 (pur denominandosi “NO194”), forte della tesi a favore dei diritti dell’embrione, aderisce ad un movimento più ampio, di respiro europeo che sta agendo mediante la realizzazione di un’iniziativa di legge popolare che ha raccolto un milione e ottocento mila firme per chiedere la “protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento”.
Riteniamo che oggi ci sia la necessità di operare una forte ed impavida campagna di sensibilizzazione contro le questioni di genere e in particolare nei confronti dell’autodeterminazione della donna, riteniamo che la volontà di ridurre i diritti civili, sminuisca la libertà e la dignità stessa di essere umano. Inoltre ribadiamo che, contrariamente alle argomentazioni avanzate dai pro-life, il diritto di aborto, è una scelta che va a favore della vita, tutela la donna ed è l’atto ultimo di un delicato e profondo processo di responsabilizzazione che la riguarda esclusivamente nella possibilità di diventare madre o di rifiutare la maternità.
Quando venne promulgata la legge 194/78 rappresentò una svolta ed una conquista in quella che era stata l’Italia disumana degli aborti clandestini, oggi le donne vivono una condizione di discriminazione imperante, per questo oggi continueremo la nostra battaglia prima sul piano politico e poi su quello culturale, perché rendere illegale l’aborto non significa cancellarlo e le donne hanno sempre saputo, in ogni tempo e in ogni cultura come interrompere le proprie gravidanze. Il diritto di abortire garantisce che l’interruzione avvenga in condizioni di sicurezza, che ogni donna consapevolmente sia libera di scegliere della propria sessualità e della propria vita.
“Noi vogliamo godere, esplorando tutte le potenzialità del nostro corpo e scoprendo ogni sfumatura del nostro piacere. Vogliamo consultori laici, vogliamo gli anti-abortisti fuori da scuole-ospedali-farmacie, vogliamo contraccettivi gratuiti e prevenzione.
Vogliamo che le tutte le conoscenze, i mezzi e le strutture per praticare una sessualità consapevole e sana, libera dai rischi delle malattie sessualmente trasmissibili e da gravidanze indesiderate, siano fruibili.”

Per questo oggi saremo a Milano in Colonne di San Lorenzo h. 15.00 contro il Movimento per la vita.

Per i nostri corpi, delle nostre vite, decidiamo noi. YO DECIDO!

Rete della Conoscenza Milano