La memoria è un ingranaggio collettivo, che gira se ciascuno continua a farlo girare. La Storia della Seconda guerra mondiale, del nero ventennio fascista, dell’occupazione nazista è, per chi è nato sul finir del Secolo, affiancata dai racconti dei nonni. Ma c’è anche una percezione comune di ciò che è stato che, oltrepassando i confini individuali, diventa collettiva. Questo è il cuore stesso di questo strano ingranaggio. Ma è attraverso i canti che ancora si trasmette oralmente il sentire di allora. Il problema certo non è quello di conservare quelle parole, che fortunatamente sono già trascritte (e che in buona parte trovate su ildeposito.org). Il punto è tenerle a mente; cantarle; riscoprirle per capire il senso della Resistenza.