Lo sciopero generale è stato convocato. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto due delle più grandi organizzazioni sindacali del nostro paese a proclamarlo è stata la riforma fiscale. In un paese dove le diseguaglianze aumentano sempre di più, dove il lavoro povero e il lavoro nero la fanno da padrone, dove chi lavora ed è giovane ha contratti (se ce li ha) di tirocinio e stage spacciati per formazione, quando in realtà svolgono le stesse mansioni di chi è seduto affianco a loro, questa manovra anzichè porre un freno a una situazione in cui chi è riccə, diventa sempre più riccə, e chi è poverə sempre più poverə, non fa altro che andare ad acuire le differenze, esattamente come sta avvenendo con la distribuzione dei fondi del PNRR.

Su tutti i giornali leggiamo di come questo sciopero colga inaspettata la classe politica e i media stessi sembrano condannare i sindacati che hanno aperto lo scontro e dato il via alla mobilitazione. Ma questa reazione non è che una conferma della mancanza di volontà di questo governo e di chi ne difende le posizioni di fare i conti con le reali condizioni di vita e con le necessità della maggioranza della popolazione.

Per questo, scioperare non significa esclusivamente opporsi a una riforma fiscale che non fa altro che ampliare ulteriormente le disuguaglianze, ma anche ad un governo che non è in grado o non vuole fornire altre risposte agli oltre sei milioni di persone che, in Italia, hanno redditi sotto i 15 mila euro e percepiscono salari da fame, il cui problema principale è quello di non ricevere un reddito dignitoso, a coloro che vedono messa a rischio la possibilità di ricevere una pensione, a coloro che lavorano ogni giorno senza nessuna tutela e nessun diritto.

Per tali ragioni, come spazio sociale gestito e attraversato da moltissimз giovani lavoratorз saremo in piazza per portare le voci di chi vive quotidianamente la precarietà, di chi è incastrato in sistema di inserimento nel mondo del lavoro che non è altro che uno strumento di sfruttamento, di chi non ha garantite ferie e malattia, né tantomeno un reddito stabile e vede come un miraggio il raggiungimento dell’indipendenza economica dalla famiglia. 

Saremo in piazza per dare forza alla lotta contro le disuguaglianze, per un sistema più giusto per tuttз.

Partecipa con noi!

Ognunə può farlo: che tu sia impiegatə, tirocinante, co.co.co., seppure in alcuni contratti non sia previsto, il diritto di sciopero è inalienabile e assentarsi dal lavoro per lottare per i propri diritti è sempre possibile.


Appuntamento a Milano giovedì 16 dicembre ore 9:00 in Piazza Castello. La manifestazione si concluderà all’Arco della Pace con gli interventi dal palco.