27 gennaio 2025 – Giornata della memoria

Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono nel campo di Auschwitz e lo liberarono. Auschwitz era il più grande dei tanti campi di concentramento e di sterminio costruiti ed utilizzati dal nazifascismo per reprimere e sterminare tutte le soggettività non gradite al regime: oppositor3 politici, minoranze etniche e religiose come Ebrei, Rom e Sinti, persone queer e con disabilità.

Sono trascorsi ottant’anni, ma ancora assistiamo quotidianamente a forme di oppressione e discriminazione che ricordano spaventosamente gli orrori di quel tempo. Oggi come allora il principale nemico contro cui lottare è l’indifferenza. L’indifferenza, per esempio, nei confronti del popolo palestinese, succube di decenni di politiche di colonialismo, occupazione e apartheid da parte di Israele, culminate dal 7 ottobre 2023 in un aperto genocidio ancora negato o minimizzato da quasi tutte le autorità occidentali. L’indifferenza nei confronti del popolo curdo, in balia dei continui attacchi degli eserciti di Siria e Turchia, e di molti altri popoli che hanno lottato e lottano per la loro indipendenza. O ancora, l’indifferenza per le persone migranti, costrette a vivere in lager nei Paesi di transito e, una volta giunte in Italia, spesso rinchiuse nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), una delle più silenziose forme di tortura di Stato.

La memoria è uno strumento necessario per capire, attraverso lo studio del passato, la natura di ciò che accade intorno a noi, senza farci ingannare da chi, passo dopo passo, finge di tutelare la nostra sicurezza mentre reprime ogni manifestazione di dissenso e cerca nelle minoranze un capro espiatorio da eliminare. Oggi è ancora più importante non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie e alle discriminazioni che viviamo intorno a noi ogni giorno.

Crediamo che affinché l’orrore della Shoah non si ripeta debbano essere scardinati quegli strascichi nazi-fascisti che ancora permeano nei tessuti di molti governi e partiti, e che proprio in questi giorni tentano di smarcarsi dalle responsabilità storiche che fascismo e nazismo hanno avuto negli stermini di metà Novecento, e in particolare nella Shoah. Bisogna studiare e comprendere i meccanismi che rendono possibile un genocidio per poterli fermare prima che muoia una sola persona.

Il sentimento di pace che affonda le sue radici nei popoli del dopoguerra va ripreso e attuato ancora oggi, non dimenticando gli orrori del passato e riconoscendo quelli del presente.