La società deve essere uno spazio sicuro per ogni persona che la attraversa.

Le scuole e le università dove studiamo, gli ospedali dove ci curano, gli uffici pubblici, non possono essere il primo luogo dove subiamo discriminazioni
La città di Milano si muove a due velocità, quella delle poche persone che possono permettersi di vivere la favola neoliberista di un unico quartiere LGBT+ del centro e quella delle molte che, lontane dal centro, vivono ogni giorno le discriminazioni.

Per questo Milano non è una città a misura della nostra comunità, ma a misura di privilegio: lo sviluppo di quartieri dove si crea una dimensione di movida sempre strettamente legata agli esercizi commerciali quindi a logiche di profitto escludenti non può essere individuato come un traguardo.

Rifiutiamo la targettizzazione della nostra comunità a fini commerciali venduta come grande progresso e momento di rivoluzione, quando invece crea solo ricche Isole felici.

Rifiutiamo anche spazi della nostra stessa comunità che restano intrisi di razzismo e sessismo, la nostra lotta è intersezionale.

Rifiutiamo un’idea di sicurezza che coincida con il dispiego di forze dell’ordine, gli spazi sicuri li fanno le persone che le attraversano, i presidi culturali e il rifiuto di ogni forma di prevaricazione.

Lo spazio sicuro siamo Noi