STUDENTS’ PRIDE

The first Pride was a Riot!

 

Per la prima volta al Milano Pride ci sarà uno spezzone studentesco che riunisce Studenti Universitari e delle Superiori!

Si svolgerà dalla mattina, partiremo alle 10.30 dall’entrata di Parco Trotter su via Padova, simbolo della Milano meticcia e multietnica.
Successivamente arriveremo ai parchetti di Via Ferrante Aporti, a qualche centinaia di metri dalla Stazione Centrale. Lì ci sarà la possibilità di pranzare a prezzi popolari e di riposarsi, prima di partire alle 15 nel Milano Pride che parte da Duca D’Aosta: il nostro carro sarà il secondo!

Ecco la nostra piattaforma politica:

1) Perché proprio studentesco?
Perché i soggetti in formazione hanno un enorme potenziale sovversivo e pensiamo che il Pride debba essere il momento di massima sovversione degli stereotipi e delle norme sociali che attualmente regolano i rapporti tra le persone, acquisendo, come il primo Pride, la capacità di mettere in discussione la realtà e rivendicare con irriverenza una società diversa.

2) Al Pride manifestiamo l’orgoglio per libertà di chiunque di essere e amare, eterosessuali cisgender compresi. Il Pride deve essere sì una celebrazione, una celebrazione di un’alleanza di corpi liberi da stereotipi imposti, da ruoli di genere che stabiliscano gerarchie. Questo spezzone vuole rifiutare schemi rigidi che ci dettino le regole con cui dovremmo esprimere le nostre identità e il modo con cui ci si aspetta che vengano performate. Tutte le lettere della sigla LGBT+ hanno la stessa dignità nel nostro spezzone, tutte le identità e orientamenti sono libere di poter rivendicare le proprie esigenze, proprio perché non esistono classifiche delle istanze di autodeterminazione. Per questo rifiutiamo fermamente qualunque dinamica di esclusione che troppo spesso vediamo replicare all’interno della stessa comunità LGBTQIA+.

3) Non ci sono regole per partecipare, se non quella di rifiutare qualunque forma di esclusione, discriminazione o sfruttamento, così come qualunque categorizzazione o stereotipo imposti . Per questo il nostro spezzone è libero anche da sessismo e razzismo, oltre che, naturalmente, da omobitransfobia, per poter costruire insieme un’alleanza tra corpi meticci e liberi. Il nostro è un orgoglio meticcio, orgoglio di essere a-normali e indecorosi.

4) Ripudiamo le norme di decoro che accusano il Pride di carnevalata, essendo proprio in nome del decoro che leggi come il decreto Minniti-Orlando permettono episodi gravi come l’arresto delle due donne trans a Napoli, gli innumerevoli interventi repressivi contro i migranti e le misure “antidegrado” contro i senza tetto.

5) Riteniamo che l’omobitransfobia si combatta con la Conoscenza, per questo crediamo fondamentale l’istanza studentesca.
Si è studenti in una fase della nostra vita in cui costruiamo, esploriamo e sperimentiamo la nostra sessualità, la nostra identità e il piacere. È quindi necessario che chi è all’inizio del suo percorso di crescita e autodeterminazione rivendichi di poterlo fare in maniera libera. Inoltre riteniamo che il mondo della formazione abbia il compito di elaborare saperi liberi e critici come strumenti contro le discriminazioni da restituire come coscienza collettiva alla società tutta. Per questo vogliamo abbattere ogni forma di tabù sul sesso nei luoghi della formazione, inserendo finalmente nelle scuole un’educazione sessuale non eteronormata che educhi al piacere libero e consapevole. Vogliamo poter parlare di pratiche sessuali non riproduttive, di corpi e di affettività. Stiamo chiedendo una generale liberazione dei saperi, per cui un’ottica libera da schemi patriarcali deve permeare tutte le discipline di studio. Questo significa mettere in campo anche forme di didattica non frontale, come ad esempio il metodo peer-to-peer, anche per incentivare un approccio di condivisione della percezione del piacere, senza tabù, per non lasciare che attraverso una narrazione violenta e stereotipata del sesso si sedimentino di dinamiche di violenza di genere dovute al pudore. Crediamo che la scuola in particolare possa svolgere la funzione di una stampella per tutti coloro che non si sentono liberi nel proprio background famigliare e territoriale. Diventano dunque anche necessari sportelli consultoriali anti discriminazione, così come strumenti di welfare studentesco legati al diritto a un’intimità sicura e confortevole, come la gratuità dei contraccettivi e degli assorbenti.
Specificamente sull’università la liberazione dei saperi diventa ancora più urgente, affinché non solo la didattica ma anche la ricerca possa toccare temi da troppo tempo ritenuti non consoni o degni.
Una comunità vasta e dinamica come quella universitaria deve dotarsi anche di strumenti di tutela per chi l’attraversa, come un doppio libretto all’avanguardia per studenti transgender a cui accedere con autocertificazione e senza certificati di prestazioni sanitarie a cui non tutti possono accedere.
Infine siamo convinti che la formazione possa avvenire anche fuori dai luoghi del sapere, attraverso forme di condivisione di esperienze come l’arte, il teatro e la musica indipendenti.

6) Rivendichiamo eguali diritti civili per chiunque, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità.
Pensiamo però che non si possano scindere i diritti civili dai diritti sociali, visto che la precarietà lavorativa, la povertà e lo sfruttamento sono condizioni che determinano per chi è esposto a discriminazioni l’essere esposto anche al ricatto sul proprio corpo e sulla propria qualità di vita. Per questo rivendichiamo anche un sistema di welfare e reddito universale, a cui possano accedere tutt* e che riconosca tutte le forme di famiglie. Allo stesso modo vogliamo dire chiaramente che non parlano a nostro nome aziende e imprese che si dicono “gay friendly” e che però non tutelano o che, ancora peggio, sfruttano i propri lavoratori. Per questo ci dissociamo chi pensa che basti essere uno sponsor (facendosi pubblicità) per dirsi sostenitori delle nostre battaglie.

7) Non permetteremo che le nostre battaglie vengano strumentalizzate da chi vuole guadagnarci in termini politici senza la minima intenzione di appoggiarle davvero (fenomeno che prende il nome di Pinkwashing). Nonostante sia chiaro a tutti che la legge Cirinnà sia solo un primo passo non bastevole, per quanto importante, abbiamo visto sparire dai programmi elettorali dei maggiori partiti le rivendicazioni dei soggetti LGBT+: per questo il Pride non può essere una passerella elettorale.

8) Per noi tutti i corpi hanno la libertà di esprimersi come vogliono al Pride senza dover attenersi ad alcuna forma di stereotipi o canone di bellezza. Rifiutiamo ogni forma di censura, ad esempio sui corpi non perfetti o sui capezzoli femminili. Per questo nel nostro spezzone nessuno deve sentirsi a disagio rispetto al proprio corpo e a come esprime la sua libertà attraverso di esso.

9) Il nostro spezzone è antifascista e rifiuta ogni forma di estremismo religioso. Troppo spesso forze di questo stampo condizionano in maniera discriminatoria spazi come scuole e ospedali, oltre a perpetrare aggressioni squadriste anche nei confronti dei soggetti LGBT+.

10) Il Pride ha il potere di rendere visibile gli invisibili attraversando la città. Per questo il nostro spezzone partirà in anticipo, alle 10/10.30 da Parco Trotter (via Padova 69) per muoverci insieme verso il concentramento generale, ribadendo che i soggetti LGBT+ esistono ovunque, anche ben oltre le vie del centro.

 

Ci vediamo il 30 giugno, ricordandoci che la prima volta fu rivolta e di nuovo rivolta sarà!

 

Rete della Conoscenza Milano
GayStatale Milano
Unione degli Studenti Lombardia
Coordinamento Dei Collettivi Studenteschi
LUMe – Laboratorio Universitario Metropolitano