L’area che consideriamo nasce come spazio “di risulta” già nel “Piano regolatore del Circondario Esterno” di Cesare Beruto del 1889, che sebbene già parzialmente edificato viene meglio definito e regolato da questo piano come l’area compresa fra la città esistente (interna ai bastioni), la ferrovia (allora passante), l’asse per il cimitero Monumentale e l’asse di “sbocco” verso nord che oggi è Melchiorre Gioia.
L’area di Porta Nuova-Porta Garibaldi, è quella che ha visto la maggiore trasformazione urbanistica dell’ultimo decennio della città di Milano. La ex area ferroviaria rimane un vuoto urbano fin dal dopoguerra, occupata sporadicamente da funzioni temporanee come un luna park, e ha trovato la sua configurazione definitiva solo durante l’amministrazione Moratti che con il suo piano per una downtown [1] della regione urbana milanese ha conferito all’area il ruolo che oggi assume. Il complesso si configura oggi come il nuovo centro direzionale milanese caratterizzato dalla presenza massiccia di torri prevalentemente a carattere terziario (la più alta è di 232m) e dalla nuova Piazza Gae Aulenti, il tutto candidato ad essere per importanza e per posizione un (il) nuovo landmark milanese.
E’ possibile affermare che con due linee metropolitane, le numerose linee suburbane e regionali e l’alta velocità a pochi passi, questa sia l’area più accessibile di Milano e azzardando un po’ si potrebbe classificare come una delle più accessibili d’Europa, questo le ha permesso di diventare il simbolo della Milano che cresce e “guarda in alto”, concetto rimarcato da Expo 2015 e da altri interventi urbanistici in città.
[dropcaps round=”no”]A[/dropcaps] distanza ormai di qualche anno dalla sua inaugurazione la zona può riscontrare un buon successo del pubblico, è raro infatti che l’area non sia ben frequentata, è indubbiamente il simbolo di una nuova tradizione urbana milanese.
A ridosso delle nuove torri Corso Como che era già una centralità nella zona viene ulteriormente confermata, la prosecuzione dell’asse viario che da Piazza della Scala passando per Brera raggiunge la cerchia dei Bastioni è densamente popolata di attività commerciali, in particolare ristorazione e locali che attirano la movida notturna. La tipologia ricercata dei locali e la presenza del terziario fanno si che la zona sia popolata prevalentemente (ma non necessariamente) da un ceto sociale medio alto.
La riqualificata piazza Venticinque Aprile (che ospita gli ex caselli daziari di Porta Nuova) ora completamente pedonalizzata chiude il corso.
La trasformazione urbanistica dell’area però non si limita alle sole torri di porta nuova, è infatti in fase avanzata di realizzazione proprio in via Pasubio un nuovo intervento urbanistico (seppure più piccolo): la fondazione Feltrinelli, che si andrà a collocare nello spazio che un tempo era occupato dalle mura spagnole della città, rispettando il tradizionale fronte continuo degli isolati milanesi.
Il traffico veicolare viene demandato alla adiacente piazza Baiamonti, che purtroppo come molti snodi viari della città presenta un disegno inefficace per non dire inesistente, infatti se i caselli daziari di Piazza Venticinque aprile sono valorizzati e posti in risalto come meritano, lo stesso non si può dire di quelli di Porta Volta. Stessa sorte tocca a tutta via Ceresio che a causa di una sosta disordinata e un traffico non adeguatamente canalizzato deturpa la visione prospettica sul Cimitero Monumentale, vera attrazione artistica del quartiere.
Riferimenti:
[1] Milano Downtown è un concetto citato nel piano Moratti-Masseroli del 2010 approfondito nel volume Milano Downtown di Bricocoli e Savoldi
Bibliografia:
Bricocoli M., Savoldi P., Milano downtown. Azione pubblica e luoghi dell’abitare. Milano, et al., 2010
Beltrame M., Milano guarda in alto. 50 anni di grattacieli nel capoluogo lombardo. Milano, Milanoexpo, 2012
Morandi C., Milano. La grande trasformazione urbana. Venezia, Marsilio, 2005
Lapini G. L., “Binari e stazioni a Milano”, www.storiadimilano.it , web, 8 Gennaio 2016