I Lunedì Teatrali del LatoB sono un progetto per rendere il teatro accessibile a tutti, per riavvicinare al teatro chi non è appassionato e per dare spazio ad attori e compagnie emergenti.
Abbiamo bisogno di un teatro capace di farci scoprire l’altro lato delle cose.
Indipendente. Accessibile. Impegnato. Coinvolgente.
Più info su www.latobmilano.it/lunediteatrali/

Martin Luther King la diceva meglio

Di e con Christian Gallucci
Prodotto da Residenza artistica Teatro di Antella/Archetipo Ac
Vincitore festival visioni Shakespeariane

Io ho un sogno, ma non so come dirlo. I have a dream? Martin Luther King la diceva meglio.

Il racconto di un giovane attore che sogna di mettere in scena Amleto – tra intuizioni sceniche irrealizzabili, invettive contro la mancanza di mezzi e il desiderio di modernizzare il grande classico di Shakespeare – diventa il pretesto per riflettere in maniera leggera ma toccante sulla condizione dell’artista e sulla generazione dei trentenni che ancora non si arrende pur non sapendo se riuscirà a realizzarli, i propri sogni.

Il progetto

Trent’anni è l’età giusta per fare i primi bilanci; guardarsi indietro, capire cosa è andato bene e cosa no; riflettere sulla propria posizione, sull’amore e il lavoro; progettare, credendo che il tempo a disposizione sia ancora molto; cominciare a diventare nostalgici e partecipare a serate di revival anni ’90.
Trent’anni è anche l’età in cui i sogni diventano più concreti, pur rimanendo intrisi di una certa dose di fantasia.

Da poco passati i trent’anni dunque, ho preso a registrare dei discorsi su alcune cose curiose che mi accadevano nell’ambito del mio lavoro. Col tempo aggiungevo commenti e idee. A un certo punto ho capito che le tematiche di cui mi parlavo e il fatto stesso di raccontare di teatro potevano essere direttamente collegate a un testo che amo e che conosco molto bene, per averlo affrontato in diverse fasi della mia vita d’attore.
Ho cominciato in questo modo a elaborare una drammaturgia che avesse come focus il sogno di mettere in scena l’Amleto.
Martin Luther King la diceva meglio è quindi un discorso sul sogno. Quell’io ho un sogno, I have a dream, incipit del celebre discorso, si fa reiterazione e, in bocca a un artista trentenne confuso e spaesato dall’immediato futuro, diventa pretesto per raccontare e chiedersi come possa essere possibile che la nostra generazione ancora non si sia arresa pur non sapendo se riuscirà a realizzarli, i propri sogni.

All’interno di una cornice meteateatrale, e in diretto dialogo con il proprio tecnico, una sorta di Orazio che lo segue silente suonando e illuminando la scena, un “giovane attore” racconta del proprio sogno di mettere in scena l’Amleto. Le fasi e i personaggi del racconto Shakespeariano vengono attraversati e utilizzati come espediente per raccontare la vita faticosa dell’ attore con i sogni e le aspettative che si scontrano con una realtà fatta di lavori duri e ritagli di tempo, intuizioni sceniche irrealizzabili e invettive contro la mancanza di mezzi.

Quell’ Essere o non essere, che infine incombe su qualsiasi messa in scena dell’Amleto, punta questa volta sull’insistere, e quindi sull’ “essere” mettendo da parte, nascondendo – forse soltanto sotto il tappeto – il “non essere” che rimane comunque lì, visibile, ad ammonirci che resistiamo solo perché, per dirla con le parole di Shakespeare, non sappiamo quali sogni possano assalirci una volta sdipanati dal groviglio mortale.

E Martin Luther King che c’entra? Niente, ma se fosse stato al mio posto sicuramente il suo sogno l’avrebbe raccontato meglio.

Christian Gallucci

Mi sono formato presso il Centro Studio Attori di Milano diretto da Irina Galli e Alessandro del Bianco.
La mia formazione prosegue con stage condotti da maestri della scena italiana e internazionale quali: Jan Ferslev e Augusto Omolù (Odin Teatret), Michael Margotta, Yuri Kordonsky, Nikolaj Karpov, Roberto Lun, Cesar Brie, Michele Bottini.
Negli anni ho lavorato come attore all’interno di diverse produzioni teatrali in Italia, collaborando con: Teatro Stabile d’Abruzzo, Assemblea teatro Torino, Teatro della Gioventù Genova, Teatro alle Vigne Lodi.
Nel 2015 insieme ad Anna Sala sono fondatore della compagnia Coperte Strette.
Martin Luther King la diceva meglio è spettacolo vincitore del premio Visioni Shakespeariane e prodotto da Teatro Comunale di Antella/Archetipo AC.


Info utili

Prenotazione

La prenotazione è consigliata!

I posti sono limitati: effettuando la prenotazione ci permetti di prevedere l’afflusso di pubblico.

Se hai prenotato ma per un imprevisto non puoi venire alla serata, avvisaci via facebook, instagram, via mail o telefonandoci, permetterai a un’altra persona di partecipare alla serata.

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Biglietto al contrario

Biglietto al contrario

Con il “biglietto al contrario” è chi guarda che decide, una volta visto lo spettacolo, di pagare ciò che considera opportuno e giusto, tenendo in conto le proprie disponibilità economiche.
È un invito a considerare i costi e il lavoro che la produzione e la presentazione di una performance teatrale presentano.
Anche se crediamo che la fruizione culturale debba essere libera e gratuita, la contingenza chiede che parte della responsabilità rispetto alla remunerazione ricada sul pubblico fruitore. Attualmente questa non è più la principale fonti di retribuzione che possiamo offrire alle compagnie che presentano il proprio lavoro nel nostro spazio, ma grazie al Bando 8×1000 della Chiesa Valdese riusciamo a garantire un compenso fisso base allɜ performer dei Lunedì Teatrali.

A chi guarda non verrà quindi chiesto di pagare l’ingresso, ma di lasciare il proprio contributo al termine della rappresentazione considerando:

  • La qualità del lavoro proposto
  • La quantità stimata di lavoro che la compagnia ha impiegato per creare lo spettacolo o la performance
  • Le proprie possibilità economiche

Istruzioni per il pubblico:

  • All’ingresso viene distribuito un biglietto simbolico;
  • All’uscita, tenendo il proprio biglietto, si può versare la somma che si considera più adatta;
  • I contributi raccolti andranno interamente alla compagnia che si è esibita.

Il “biglietto al contrario” nasce come opportunità per dare valore alla proposta artistica che offriamo, adattalo alla tua situazione economica, pensando anche se puoi versare qualcosa per chi non può versare nulla. Il nostro desiderio è quello di riformulare la fruizione della cultura, di adattare la nostra offerta a chiunque e creare
una comunicazione diretta tra pubblico e compagnie.