2016-01-11-teatro

 

[one_fourth last=”no”]Lunedì teatrali del LatoB//

 

Storia di un Granello di Sabbia[/one_fourth]Abbiamo cominciato l’anno scorso ma intendiamo andare avanti anche quest’anno; ogni due settimane vi faremo conoscere una nuova compagnia teatrale: vogliamo esplorare nuovi linguaggi, e il teatro indipendente è uno dei modi migliori per farlo.

Il settimo, e primo dell’anno nuovo, lunedì teatrale del Lato B Milano in Viale Pasubio 14 è il 14 dicembre, ore 20.45, con Storia di un Granello di Sabbia

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INGRESSO // NO_TICKET!
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Per l’ingresso è necessaria la sola tessera LatoB, che si può richiedere compilando il modulo online al seguente link ➔ http://www.preadesione.latobmilano.it/
Il costo della tessera è di 3 euro, il suo ritiro avverrà prima della serata e vi consentirà di accedere a tutte le attività dell’associazione e di usufruire dei beni della stessa fino alla fine dell’anno corrente.

STORIA DI UN GRANELLO DI SABBIA

Regia di Martina Folena
con Simone Formicola
liberamente ispirato a “Uomini sotto il sole” di Ghassan Kanafani
durata 1h circa
promo http://youtu.be/gl64QdzvXco

SINOSSI

Tre uomini, tre profughi palestinesi in viaggio verso la terra promessa del Kuwait trovano la risposta alle loro
preghiere in Canna, il misterioso camionista che sostiene di poter far attraversare loro la frontiera in tutta sicurezza.
C’è una sola condizione: i tre viaggiatori dovranno calarsi nella grande cisterna di metallo del camion al momento
di passare la dogana per uscirne fuori solo quando il posto di blocco sarà scomparso tra le dune del deserto. Una
sfida contro il tempo e contro la sorte. Nella solitudine del deserto, le storie dei tre profughi si delineano come la
scia di sabbia che si solleva dietro al camion; e il passato di Canna si rivela come un miraggio all’orizzonte. Il futuro
di tutti e quattro si perde nell’immensità del deserto e della sfida che perderanno non per destino, ma per un
semplice errore umano.

NOTE DI REGIA

Abbiamo deciso di rappresentare questa storia come un dramma umano, non politico. Nel leggere il libro da cui
abbiamo tratto lo spettacolo mi hanno colpito la lucidità e la semplicità con cui viene raccontata la tragedia di
questi uomini la cui vita sceglie per loro. Nel testo di Kanafani emerge ferocemente l’universalità della vicenda: nei
tre viaggiatori si riflettono la speranza e la rassegnazione dei profughi di tutto il mondo, ma anche di tutti quegli
uomini che hanno perduto la propria strada. L’ultimo gesto che compiono è un atto di fiducia nei confronti di
Canna, il contrabbandiere che promette di portarli in Kuwait. Lui, cinico e spregiudicato, raccoglie infine la loro
eredità: una domanda lanciata con un grido a cui il deserto risponde con la domanda stessa, ripetuta all’infinito in
un’eco agghiacciante.