Narrato con un tono umoristico, in bilico tra il grottesco e il drammatico, lo spettacolo vuole riflettere sull’alterazione del nostro stato psichico.
[dropcaps round=”no”]T[/dropcaps]utto quello che proviamo, gli attacchi di panico, le fissazioni, e in casi peggiori, le nevrosi sono sempre la causa di una nostra personale responsabilità, come se per queste patologie avessimo una particolare predisposizione? Evidentemente no. A giocare un ruolo preponderante sono i fattori economici e politici, il potere dei media di innestarci il terrore, le relazioni interpersonali che ci destabilizzano. In caso contrario, difendere la neutralità della società significherebbe accusare il proprio figlio della sua cecità, nonostante fossimo stati noi ad averlo tenuto segregato per anni nella più totale oscurità.
MONOLOGO TEATRALE di e con Camillo Acanfora
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