Testimonianza dallз volontariз del NAGA

Riprendiamo il comunicato del Naga dopo quanto accaduto stanotte davanti alla questura di via Cagni:


Arriviamo in via Cagni intorno alle 20:15 e un centinaio di persone sono già state allineate dalla polizia lungo il marciapiede che fiancheggia il muro perimetrale; nelle occasioni precedenti le persone lì disposte si erano vista riconosciuta la possibilità di accedere, ma scopriremo presto che questa volta non sarà così.

Da quel momento in poi infatti i richiedenti saranno spostati più volte e divisi per scaglioni dalla zona del marciapiede a quella di fronte, dove si estende un piccolo parchetto; qui è stato creato uno spazio di terra transennato e sorvegliato da agenti.

Le persone resteranno in attesa in quello che ha assolutamente le sembianze di un recinto, creato con le transenne in mezzo al terreno e separato dallo spazio esterno da un cordone di agenti in tenuta antisommossa, fino a mezzanotte circa.

A quell’ora subentrano nuovi agenti e nuovo personale di polizia. Le persone che fino a quel momento avevano atteso per ore nella piccola zona transennata erano a quel punto convinte di vedersi riconosciuto l’accesso alla Questura, data anche la loro precedente permanenza in fila proprio sul marciapiede che la costeggia.

Ma invece una nuova “selezione” li attende:

Le forze di polizia procedono ad una divisione tra le persone di origine nordafricana, quelle di origine sudamericana e quelle provenienti da altre parti del mondo: i primi vengono fatti disporre in fila lungo un altro marciapiede, perpendicolare al primo, ma poco dopo viene loro comunicato che nessuno di loro entrerà, e consigliato di tornare lunedì prossimo.

La maggior parte delle persone di origine sudamericana resterà delusa e incredula, accalcata alle transenne di quello che è stato il loro recinto nel terreno per qualche ora, sperando ancora nell’ingresso.

Seguono tentativi di disobbedienza da parte di gruppi di giovani che dopo ore di attesa in quello stato e al freddo sono visibilmente nervosi.

Partono quindi le prime cariche della polizia volte a sedare quei tentativi di rivendicazione; in questo frangente un uomo viene ferito ad una gamba e trasportato all’interno della questura dalle forze di polizia; diverse persone lamenteranno contusioni causate dai tafferugli.

Alcune persone in più alla fine verranno ammesse alla fila per l’accesso agli uffici, ma in un numero comunque esiguo e senza nessun apparente criterio razionale di selezione: nonostante ci fossero persone accalcate lì davanti fin dal primo pomeriggio, dell’ordine d’arrivo non si tiene alcun conto.

Intorno alle 2:00 ci accingiamo ad andar via lasciando intorno a noi ancora visibile nervosismo e numerose persone che si sono nel frattempo accampate nel parchetto di fronte alla Questura per trascorrere lì la notte.

Siamo sgomenti, preoccupati e arrabbiati.
Qualche settimana fa i lacrimogeni, stanotte recinti e cariche.
L’asticella di che cosa sia ammissibile sembra alzarsi ogni domenica notte più in alto.