Oggi è la giornata mondiale sul Benessere Psicologico: sai cos’è? 

Tra tutte le crisi che stiamo vivendo è una delle più drammatiche: è importante sapere che è una crisi sistemica e dettata soprattutto dal capitalismo! 

Lottiamo per un futuro alternativo: ora #decidiamonoi! Anche per questo il 18 novembre lз studentз si mobiliteranno nelle piazze di tutto il Paese

Il 18 novembre saremo nelle piazze del paese anche per riprenderci questo diritto!


Benessere Psicologico: Cos’è e perché rivendicarlo?

In occasione della Giornata Mondiale per la Salute Mentale incominciamo a ragionare su una delle crisi più gravi che la nostra generazione sta pagando: quella psicologica.

Per definire cosa secondo noi sia realmente Benessere Psicologico pensiamo sia utile partire da un’analisi critica della definizione fornita dall’OMS: “l’individuo è in grado di sfruttare le proprie capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e maturare con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.”

  1. Si ignora che il benessere psicologico, in questo momento storico, è innanzitutto un diritto, e una questione politica la sua garanzia. 
    Come la salute fisica, anche quella mentale è fortemente influenzata dal sistema economico e dall’accesso al sistema di welfare pubblico (ad ora quasi inesistente in questo campo): chi soffre il mancato riconoscimento di questo diritto è per la maggior parte chi è già oppressə su altri fronti all’interno della società.
  2. Il benessere psicologico non si deve legare alla mera capacità produttiva dell’individuo, né si può affermare che l’individuo possa essere in pace con se stesso nel momento in cui è costretto da rapporti sociali opprimenti, e, di conseguenza, dalla mancanza di diritti sociali e politici, o da altre forme di precarietà e discriminazione.
    Benessere psicologico è innanzitutto possibilità di emancipazione, di autodeterminazione e di cambiamento sano della realtà circostante.
  3. Il diritto al benessere psicologico è un diritto intrinsecamente sociale e collettivo, non relegabile alla sola dimensione individuale: è un diritto fondamentale per costruire una società della cura reale, alternativa a quella della violenza sistemica che viviamo oggi. 
    La dimensione quasi sempre individuale dei servizi psicologici conduce sempre a identificare le cause del disagio all’interno del comportamento stesso dell’individuo, andando invece a legittimare dinamiche sociali opprimenti e violente e a colpevolizzare il singolo rispetto ai disagi emotivi o psicologici che soffre.

In Italia i servizi di supporto psicologico sono quasi completamente affidati ai privati

Il Servizio Sanitario Nazionale non considera una sezione di ricerca psicologica per lo sviluppo di servizi pubblici su questo fronte, mentre il lavoro di intercettazione del disagio, oltre a essere del tutto inorganico e asistemico, rindirizza nella maggior parte dei casi, quelli considerati “più gravi”, ai settori pubblici della psichiatria, senza poter garantire percorsi psicologici e di psicoterapia altrettanto pubblici.

Intendiamo il benessere psicologico innanzitutto come una questione politica, di riconoscimento di un diritto ad ora garantito solo sulla carta nel nostro Paese e ancora relegato per lo più alla gestione domestica e familiare o altrimenti a centri privati di supporto psicologico o, ancora, a settori pubblici non del tutto specializzati nella cura psicologica, con tutti i problemi che queste alternative comportano.

Si parla, nello specifico, di un diritto strettamente legato alla dimensione individuale, ma che assume già ora un’enorme rilevanza sociale, e che va trattato come un diritto che influisce anche e soprattutto sulle collettività, e sul nostro modo di organizzarci come società nel Paese e nel pianeta.

È arrivata l’ora di riprenderci le nostre menti per il nostro futuro: #decidiamonoi!