GIORNATA DI MOBILITAZIONE DI SABATO 20 FEBBRAIO

È passato un anno dall’ultimo giorno di lavoro nello spettacolo e negli eventi.
Da un anno il mondo dello spettacolo dal vivo è bloccato per contenere la pandemia.
Per centinaia di migliaia di lavoratori del settore un anno di profonda precarietà, disoccupazione, assenza totale di prospettive. 
Tanti stanno sopravvivendo a stento, con l’elargizione di insufficienti misure tampone adottate dal Governo, mentre altri rimangono a mani vuote perché incagliati nelle maglie della burocrazia.
Da un anno molti lavoratori si sono mobilitati ad ogni livello per chiedere una riforma di questo comparto, insidiato da iniquità, tossicità e zone grigie normative.

C’è bisogno di rivedere tutte le regole del settore che è oramai allo stremo.

C’è bisogno di riattivare i tavoli tecnici, territoriali e nazionali, per non lasciare al caso la ripartenza e perché serve discutere forme di tutela del lavoro, del reddito e di molti altri diritti.

Come si inserisce il Lato B nel contesto di queste rivendicazioni?

Il nostro circolo è da sempre strettamente legato al mondo dello spettacolo dal vivo, come spazio culturale dove, tra musicisti, attori, comici, illustratori, molti artisti hanno trovato un luogo per esprimersi e una comunità attiva, inclusiva e accogliente. Il nostro spazio è animato da un’idea diversa di socialità, che comprende, anche e in particolare, tutti i momenti di spettacolo dal vivo, al chiuso e all’aperto. Negli scorsi 5 anni, inoltre, abbiamo portato avanti l’esperienza dei Lunedì Teatrali, rassegne annuali di rappresentazioni mirate ad avvicinare il pubblico al mondo della cultura attraverso questa particolare forma d’arte, creando opportunità per giovani attori e stimolando il dibattito sui diritti dei lavoratori dello spettacolo. I nostri attivisti e soci hanno avuto quindi numerose occasioni di contatto ravvicinato con questo mondo, potendosi via via rendere conto delle contraddizioni che presenta.

Perché per noi ha valore lo spettacolo dal vivo?

La riapertura degli spazi culturali come il nostro è una necessità che, senza trascurarlo, va oltre il bisogno di sussistenza economica delle associazioni che li gestiscono.

Infatti, per la salute della nostra società, consideriamo fondamentali il ritorno alla socializzazione di cui le persone hanno urgente bisogno, e la possibilità di accedere alla cultura in generale, in particolare a quella fruibile dal vivo. Non da ultimo le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo hanno bisogno, per lavorare, che i nostri ambienti riprendano le attività. Siamo certi che questo rappresenterebbe un rischio sanitario molto inferiore a quello di numerose altre attività ad oggi concesse.

Da cosa vogliamo ripartire?

Dalle difficoltà incontrate negli anni abbiamo acquisito consapevolezza su alcune misure che si possono attuare per riformare il mondo dello spettacolo, in favore innanzitutto degli artisti e degli altri lavoratori del settore.

La situazione pandemica e post pandemica ci ha fatto ulteriormente rendere conto di contraddizioni e di “consuetudini sbagliate”, situazioni a cui eravamo quasi abituati, che vedevano i lavoratori spesso privi di garanzie e diritti e che ora ci risultano inaccettabili. Un chiaro esempio è il rimborso agli artisti, derivante da quanto più o meno arriva dal pubblico.

Nello sforzo di cambiare rotta ci siamo scontrati con la difficoltà, per una piccola associazione come la nostra, di ricevere finanziamenti tramite bandi, spesso indirizzati a grandi organizzazioni, ma indispensabili per tenere in piedi anche un progetto relativamente piccolo, ma di grande valore, come quello dei lunedì teatrali. Risulta estremamente laborioso gestire la complessità dell’insieme di permessi, rendicontazioni, adeguamenti da fare, per i quali di solito sono impiegati professionisti specializzati, di cui una piccola associazione non dispone. 

Spesso inoltre si attende a lungo l’uscita dei risultati dei bandi, ed è necessario iniziare i progetti prima di conoscere l’esito delle selezioni. Per grandi organizzazioni che partecipano a numerosi bandi questo è sostenibile mentre, per incentivare l’attività delle piccole associazioni, serve che gli enti pubblici (regioni, comuni, municipi) scelgano di investire su progetti più piccoli e di breve e media durata.

É nell’interesse di tutti che chiediamo agli enti competenti la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese.

Per questo il 20 febbraio costruiremo una giornata di mobilitazione: apriremo simbolicamente i nostri spazi in piazza, con performance di attori, artisti e musicisti, e, tutti insieme, come Arci Milano, ci ritroveremo poi in presidio in piazza della Scala, dove saremo raggiunti dalla Cultural Mass organizzata appunto dai lavoratori e dalle lavoratrici dello spettacolo, per ribadire che la cultura e la socialità – in questi mesi ce ne siamo tutti resi conto – sono parte integrante della salute e della vita delle persone e non possono essere dimenticate.