I Lunedì Teatrali del LatoB sono un progetto per rendere il teatro accessibile a tutti, per riavvicinare al teatro chi non è appassionato e per dare spazio ad attori e compagnie emergenti.
Abbiamo bisogno di un teatro
capace di farci scoprire l’altro lato delle cose.
Indipendente. Accessibile. Impegnato. Coinvolgente.
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ANNABEL – Ballata anoressica per manichini bulli

di e con Michela Giudici
regia di Alessandro Veronese e Michela Giudici

Annabel ha 15 anni e domani sarà troppo grassa per andare a scuola. Troppo grassa e troppo rossa. Si chiuderà nella sua stanza piena di colori e inizierà la sua nuova vita. Nel suo mondo perfetto e colorato, Annabel gioca, ride. Cinica, fredda, ingenua, dolce, spaventata, arrabbiata, determinata. Lucidissima. La fede incrollabile dell’autodistruzione.

Addominale n° 1. Addominale n° 2. Addominale n° 3000. Un giorno dopo l’altro. Quante calorie bastano per sopravvivere? 500. Un pacchetto di caramelle.

Pochi essenziali elementi di scena per concentrare l’attenzione sui pensieri e sulle emozioni di una ragazza che dopo le continue vessazioni da parte dei suo i compagni di classe per il suo aspetto fisico e il colore rosso dei suoi capelli, decide con una lucidità disarmante di sottoporre se stessa a un regime alimentare ferreo e di annientarsi con una estenuante attività fisica. La vediamo solo a casa sua, solo nella sua camera, solo sola.

Ispirato a una storia vera.

Note di regia
L’idea per questo spettacolo è nata alcuni anni fa, quando la mia età anagrafica era molto vicina a quella della protagonista durante gli avvenimenti della storia. Io ne avevo 18, lei 15, entrambe a contatto con il mondo del liceo. Io, fortunatamente, non sono mai stata vittima di atti di bullismo né prossima all’anoressia, ma da sempre ero interessata a questi due temi così delicati e, soprattutto il primo, troppo spesso ignorati. L’incontro con la storia di Annabel ha fatto scattare in me una scintilla.
Inizialmente immaginavo uno spettacolo di gruppo, ma più scrivevo, più mi accorgevo che erano superflue tutte quelle presenze. Annabel è sola quando viene derisa per i suoi capelli rossi e per la circonferenza della sua vita, è sola quando si allena, è sola quando mangia (anzi, quando non mangia). Perché quindi inserire altri attori? Annabel è sola, nonostante sia circondata da moltissime persone. E quelle moltissime persone, nello spettacolo, sono il pubblico. Pubblico disposto a cerchio intorno a lei, che le impedisce la fuga, che la osserva, la giudica. Persone alle quali lei si rivolgere per chiedere aiuto e che non la prendono sul serio. Non la prendono sul serio perché “in fondo è uno spettacolo”. Persone che non la prendono sul serio perché “in fondo sono solo piccoli problemi da adolescente”.
Prima di comporre il testo ho letto molto e mi sono fatta raccontare da persone che purtroppo potevano parlarmene in prima persona. Poi ho attinto da esperienze personali che amplificate potevano, in qualche modo, avvicinarsi a ciò che mi interessava raccontare. E mi sono resa conto che in tutti noi ci sono più semi di disperazione che, portati alle estreme conseguenze, potrebbero fare di noi tanti Annabel. Ho quindi aperto una pagina Facebook per portare avanti un dialogo che mi potesse aiutare ad approfondire quel mondo incredibile che sono le emozioni umane e rendere più sincera possibile la drammaturgia. Penso inoltre che il teatro, soprattutto quando affronta tematiche così importanti, non debba esaurirsi in sé stesso e questo contatto con il pubblico anche al di fuori del palcoscenico è un ulteriore passo verso ciò che mi piacerebbe diventasse un progetto più ampio, con anche iniziative da realizzare collateralmente allo spettacolo stesso.
Michela Giudici
ESTRATTI DALLA CRITICA

“Annabel – Ballata anoressica per manichini bulli” è stato segnalato come uno degli spettacoli migliori della stagione 2015/2016 secondo il sito milanoteatri. I migliori spettacoli della stagione 2015/2016_ www.milanoteatri.it.

Annabel (di Michela Giudici, regia Michela Giudici e Alessandro Veronese). Spesso si usa il termine “One man show” (in questo caso “Woman”) riferendosi al varietà e potrebbe quasi risultare offensivo se accomunato al teatro di prosa. Per Annabel, però, questa locuzione è perfetta, quello di Michela Giudici è un vero e proprio show in cui a essere messa in mostra è l’arte e il lavoro dell’attore. Michela si lascia circondare, o meglio ancora accerchiare dal pubblico, cancellando ogni traccia di sé per diventare Annabel ragazza afflitta da problemi di anoressia. Un monologo dove si sottopone a una prova fisica notevole ballando, saltando e facendo addominali. Ottima la sceneggiatura, eccezionale l’interpretazione.

Viva il teatro – Il teatro è vivo_ Francesco Mattana

Spazio DiLà, Milano. 15 ottobre 2016.

Annabel. Non cadrò nel tranello di dire “Michela Giudici ha SOLO 22 anni ed è già così in gamba”. Perché non è una questione anagrafica: si può essere in gamba a 22 anni, così come a 14 o a 39 (l’età del regista dello spettacolo Alessandro Veronese). Piuttosto, quel che dovrebbe sorprendere è il talento VERO di Michela, come attrice e come drammaturga, nel senso che di attori e drammaturghi VERAMENTE bravi non è che in giro se ne vedano poi tanti. Lei appartiene alla categoria di cui sopra, e questa è una buona notizia soprattutto per chi ha il piacere di godersela in scena, durante le sue performance. Come attrice è istrionica, e ha pure i tempi comici giusti. Come scrittrice, affronta il tema controverso dell’anoressia con buon gusto. La protagonista della vicenda Annabel non è il Bene che combatte contro il Male di una società brutta e cattiva. Annabel è, come tutti, una creatura coi suoi pregi e coi suoi difetti. Scivolata nel gorgo cupo del disturbo alimentare perché più fragile di altre sue coetanee, ma la fragilità non è un merito. Specie se arriva a questi estremi, è un difetto da estirpare il prima possibile.

Quindi Michela ha il buon gusto di non santificare e nemmeno dannare la sua Annabel: semplicemente la racconta; racconta il quotidiano di un’adolescente, che come tutte le adolescenti desidera primariamente un po’ di frivolezza e spensieratezza, ma è costretta a convivere col tormento del proprio corpo, inquilino sgradevole che peggiora la qualità della sua vita. Capite bene che il buon gusto, per affrontare argomenti di questo tenore, è il prerequisito fondamentale. Michela lo ha capito, e quindi il plauso se lo merita tutto. Io abbraccio lei, abbraccio il regista Alessandro Veronese e abbraccio idealmente tutti coloro i quali, trovandosi nelle condizioni di Annabel, come la Fenice trovano la forza di rinascere, di ridare consistenza materiale a quelle vite che – per eccesso di ingenuità da parte loro e per eccesso di indifferenza del mondo intorno a loro – si erano ridotte in cenere.

Doppio Teatro, Roma. 20 – 21 maggio 2016.

Annabel – Ballata anoressica per manichini bulli

“Annabel – Ballata anoressica per manichini bulli” è uno spettacolo che contiene in se una forza straordinaria, una forza che è allo stesso tempo, esplodente e implodente. Annabel, il personaggio interpretato da Michela Giudici, è un’adolescente normale, non ha particolari pregi, ma neanche particolari difetti, è solamente cicciottella e ha i capelli di un colore evidente, cosa che alle scuole medie, fucina di super donne sviluppate precocemente, non la rende popolare. La ragazza tenta di porre il suo essere, se non al centro dell’attenzione della sua classe, almeno in una posizione in luce… Ma non ce la fa. La delusione segnerà l’inizio di una già latente tendenza verso l’autodistruzione che la porterà a scendere sempre più nei gironi infernali dell’anoressia e della bulimia.

Il testo scritto dalla stessa Michela Giudici è molto forte, frutto di uno studio che l’attrice/autrice ha fatto in materia, e mette in luce il processo mentale che porta una ragazzina normale a diventare un’adolescente a rischio di morte. Si nota molto, nel testo, il completo distacco dalla realtà di Annabel, o meglio, il voler per forza costruirsi un mondo dove non c’è l’imprevisto, dove è tutto già programmato, geometrico, ristretto, senza orizzonti aperti, senza variabili che possano ferire… in poche parole, l’esatto contrario del mondo normale. La messa in evidenza è che Annabel non è buona e i suoi compagni di classe, che la prendono in giro non sono cattivi: probabilmente lei al posto loro avrebbe fatto lo stesso. L’adolescenza è un’età molto particolare in cui nella maggior parte dei casi non si è ancora sviluppata la sensibilità verso gli altri.

INFO

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INGRESSO // NO_TICKET!
PRENOTAZIONE CONSIGLIATA >> http://goo.gl/forms/Fntk5wDjg5pFiFfv2
INIZIO SPETTACOLO h 21.00, durata: 1h e 10 min
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Per l’ingresso è necessaria la sola tessera LatoB, che si può richiedere compilando il modulo online al seguente link ➔ http://www.pretesseramento.latobmilano.it/
Il costo della tessera è di 3 euro, il suo ritiro avverrà prima della serata e vi consentirà di accedere a tutte le attività dell’associazione e di usufruire dei beni della stessa fino alla fine dell’anno sociale (31 agosto).