Proseguono i mercoledì artistici con una mostra fotografica molto particolare tutta da scoprire di Michele Motzo

 

BIO

Michele nasce a Sassari, cresce a Burago, muore quando rinnova l’abbonamento ATM.
Due anni fa comincia la sua serissima osservazione di caramelle Goleador, finendo per impiegarle come pigmento creando opere effimere, immortalate per mezzo della fotografia.

*www.michelemotzo.com*

Trovo attraente la spontaneità, come pensiero e come evento. Quando si fa notare, è tra le più belle forme: in quanto organicamente fondata, ci ricorda che il tutto è più della somma delle parti.
Spontaneità/natura si definiscono per contrapposizione al lato squadrato della psiche: lascio poco spazio a ciò che vi è di spontaneo in me, tento faticosamente di pensare a tutto, di controllare.

Coltivando questi pensieri sono arrivato a lavorare con un’icona tipicamente italiana e non ancora riconosciuta: la mitica caramella Goleador.
Trattasi di un oggetto tra i più seriali e di consumo concepibili: caramella che attraversa tutti gli strati sociali. Comunemente, il suo senso è nel sapore.

Il germe dell’idea arrivò al liceo: anziché studiare giocavo ad appiccicare le goleador sulla lampadina alogena da scrivania. Si scaldavano per poi filare.
Due anni fa ho notato che nella sezione centrale della versione alla frutta è presente una doppia spirale nel punto in cui il verde e il rosso si incontrano. Questo è stato un primo indizio: l’oggetto più meccanico, più seriale e, quindi, meno naturale e più meccanico, è necessariamente almeno in parte organico: è fatto di materia, è lei che “decide”.

L’immagine della produzione seriale è, nella contemporaneità, il simbolo della società di massa in cui l’individuo perde la sua unicità e si disperde in una folla di pari. Quest’immagine tormenta, domina, ci domina: le caramelle insegnano (!?) che l’irripetibile esiste anche nel processo seriale se si guarda abbastanza da vicino.

È dalle scuole medie che dalla cattedra mi parlano di omologazione, ma sembra che nessuno si sia chiesto cosa succede se una generazione viene cresciuta con l’incubo di un’identità impossibile; la riflessione sulla novecentesca società di massa si è ormai rappresa come problema privo di soluzione. Poi è normale che vedo cose nelle caramelle, quest’epoca rincoglionirebbe chiunque.

Tornando a noi, ho voluto rinforzare il tema della spontaneità-organicità attraverso processi e trasformazioni (in particolare compressione ed espansione tra lastre di vetro), ed ho visto la caramella ritrovare una propria e più evidente forma organica, viva, mutevole. Forma dagli splendidi colori che l’industria ha scelto affinché brillassero agli occhi dei piccoli uomini che, prodotti in serie, ne sono tutti affascinati.

Il mio lavoro è dunque riportare attraverso la fotografia delle esperienze estetiche uniche, mobili ed effimere. Belle perché la materia è spontanea, colorata: mica come questa Bovisa, dove la natura più naturale è un piccione che mangia mozziconi. Sorci volanti mai sazi, tutto sommato simpatici.

Favole organico-fricchettoniche a parte, il lavoro ha una sua tassonomia in via di sviluppo da considerarsi bozza. La condivido con voi perché abbiate un’idea dell’ampiezza della sperimentazione:

– Caramella naturale (organicità dell’oggetto seriale)
– Con qualche goccia d’acqua: esalta le forme, acquerellizza le tinte, crea per diffrazione una linea nera anche se il nero non c’è
– Con il packaging (molto pop, forse troppo)
– Nuda e naturale (raw)

– Caramella scaldata compressa (fotografie grafiche, bidimensionali)
– Movimenti rotatori
– Movimenti longitudinali (asse X/Z)
– Movimenti impazziti (studi sul movimento, accento futurista)
– Movimenti asse Y: resa estremamente grafica, contorni neri per diffrazione molto netti e gradevoli

– Caramella scaldata, compressa e tirata (fotografie architettoniche, tridimensionali)
– Residui: quel che resta del processo
– Vetri aperti: simmetrie, violenza e materia strappata
– Vetri aperti: delicatezza di una materia finissima
– Vetri aperti e sovrapposti: ricerca sul colore
– Carnevale: tutti gli scarti messi insieme a far festa
– Architetture: un lavoro d’impatto e tecnicamente complesso che conferisce autorevolezza all’intero progetto

 

 

PREZZI APERITIVO:

aperitivo: 3 euro
ape + birra media: 6 euro
ape + birra + tessera di Lato B: 8 euro
birra artigianale fino alle 21.30: 3.5 euro

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Per l’ingresso nel circolo è necessaria la sola tessera LatoB, che si può richiedere compilando il

modulo online al seguente link ➔ http://www.preadesione.latobmilano.it/

Il costo della tessera è di 3 euro, il suo ritiro avverrà prima della serata e vi consentirà di accedere a tutte le attività dell’associazione e di usufruire dei beni della stessa fino alla fine dell’anno sociale corrente.