[dropcaps round=”no”]I[/dropcaps]l percorso parlamentare della Buona Scuola avanza e il Governo punta alla conversione in legge del DDL entro metà maggio. Negli ultimi mesi abbiamo costruito centinaia di momenti di confronto e mobilitazione che hanno attraversato l’intero autunno e la primavera : la riforma rispetto alle premesse iniziali è cambiata in peggio e, nonostante le pesanti critiche, il Governo ha deciso di procedere a tappe forzate, imponendo dei tempi stringenti alla discussione parlamentare.
La riforma Renzi-Giannini riconferma la direzione neoliberista delle politiche sull’istruzione degli ultimi vent’anni. La valutazione e il merito diventano strumenti di selezione feroce e la gestione viene centralizzata nelle mani del preside-manager.
Se ci si addentra poi sul tema del rapporto tra scuola e lavoro si palesa ulteriormente l’idea distorta che si ha dello stesso, tristemente enfatizzata dalle ultime dichiarazioni del Ministro Poletti.I grandi assenti rimangono il diritto allo studio, il rilancio di nuove forme di alternanza scuola lavoro e un riforma radicale dei cicli e della didattica.
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La scuola dev’essere nelle nostre mani, così come la democrazia, e così come il lavoro.
[/one_fourth]L’evolversi di questa riforma ha completamente ignorato le parti sociali, che dovrebbero aver voce in capitolo, e che da tempo cercano di costruire proposte alternative per il miglioramento del sistema scolastico. La Legge d’Iniziativa Popolare (LIP) è riuscita quest’anno, dopo un percorso decennale, a mettere a sistema le rivendicazioni di moltissimi soggetti sociali e ad aprire un dibattito sulle vere priorità per la scuola pubblica. Vi è anche l’Altra Scuola: piattaforma scritta dagli studenti nella quale sono elencati quelli che per noi dovrebbero essere i principi fondanti da cui partire per la costruzione di un scuola pubblica, gratuita, laica e democratica.
Vogliamo essere chiari: è necessario fermare il percorso del DDL e riaprire un confronto democratico nel Paese costruito dal basso, che parta dalle istanze di chi la scuola la vive ogni giorno, che non sia una pagina web sulla quale barrare caselle ma che passi attraverso momenti di confronto come quelli che abbiamo costruito quest’autunno.
Il 5 maggio saremo in piazza, chiuderemo le scuole, scenderemo insieme uniti, chiamando a raccolta tutti coloro che non accettano alcun tipo di ricatto. Vogliamo costruire uno sciopero generale di tutte e di tutti, bloccando il Paese intero per dare voce a chi in questi ultimi anni è rimasto inascoltato e danneggiato da ripetuti colpi di mano.
La scuola dev’essere nelle nostre mani, così come la democrazia, e così come il lavoro.
Le nostre mani, l’emblema della partecipazione; le mani che ogni giorno si stringono per la rabbia, la frustrazione, le ingiustizie; le mani di chi vive la scuola odierna piena di distorsioni, che ne conosce le potenzialità e che sa come cambiarla; le mani giovani di chi ha ancora il coraggio di sognare un’autodeterminazione non legata a cosa faccia il padre; le mani che ogni giorno si tendono per costruire una scuola, una città, un luogo di lavoro aperto e inclusivo; le mani che si stringeranno l’una alto, contro i bisogni e i desideri di chi ogni giorno vive il basso.
Assemblea pubblica verso il 5 maggio MARTEDI’ 28 APRILE h 16.30 UNIVERSITA’ STATALE DI MILANO (via festa del perdono, aula crociera alta – studi umanistici).
Firmatari:
Unione degli Studenti Milano
FLC CGIL Milano
Altra Europa – Milano e Provincia
Collettivo Marconi La Svolta
Collettivo Ombre Rosse Leonardo
Collettivo Tenca
Collettivo Vittorio Veneto
Collettivo Politico Manzoni