[dropcaps round=”yes“]Il[/dropcaps]14 novembre tre cortei hanno bloccato le strade di Milano.

Uno di questi era il corteo dello Sciopero Sociale, giornata lanciata a livello nazionale con lo L'Autorizzazione senza riserva data dalla Questura per il percorso del corteo del 14 novembre.slogan “Incrocia le braccia, incrocia le lotte” con l’idea di portare in piazza varie rivendicazioni, a Milano le principali erano no alla#buonascuola di Renzi, no EXPO e no JobsAct.

La testa di quel corteo era tenuta da uno spezzone studentesco unitario, composto dagli studenti di tutti i collettivi e dalle realtà milanesi (Unione degli Studenti, Rete Studenti Milano, CASC), il percorso era stato concordato con la Questura ed era stata rilasciata l’autorizzazione senza riserva.

La manifestazione ha proseguito tranquillamente sul percorso autorizzato, i 10000 studenti in piazza hanno ribadito il fatto che la consultazione della Giannini è fasulla, che tramite un questionario online non si permette il confronto, e che le mobilitazioni studentesche non sono “un noioso dejavù” ma sono molto più propositive e innovative del testo presentato dal ministero.

L’Autorizzazione data dalla Questura per il percorso del corteo del 14 novembre

 

 

IL PERCORSO DEL CORTEO:

In via Santa Sofia, al CIDIS, Link – Sindacato Universitario Milanese ha lasciato delle borse di studio di cartone “piene solo grazie alle tasse degli studenti”, per ribadire l’assenza di investimenti per coprire le borse di studio richieste.

L’AZIONE AL CIDIS PER IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO:

In via F. Sforza il corteo sarebbe dovuto proseguire verso largo Augusto, ma le forze dell’ordine l’hanno bloccato, schierando i reparti.
Impedire ad un corteo studentesco, pacifico, autorizzato, di raggiungere la piazza finale è eliminare la libertà di manifestare, non è ammissibile che la Questura si prenda il diritto di farlo durante il corteo e senza motivazione!

LE FORZE DELL’ORDINE IMPEDISCONO AL CORTEO DI PROSEGUIRE IL PERCORSO AUTORIZZATO:

Il corteo, non potendo proseguire per via F.Sforza ha deviato in via Laghetto, ed ha proseguito fino a trovarsi in piazza S.Stefano, dirigendosi verso via Larga e piazza Fontana.

Prima di arrivare in via Larga il corteo è stato nuovamente fermato, e quando gli studenti hanno cercato di proseguire, cercando di raggiungere la meta dichiarata, la DIGOS ha ordinato la carica, e sono stati lanciati lacrimogeni al CS, ricacciando gli studenti a suon di manganelli in piazza S.Stefano.

Alla Questura non è quindi bastato aver bloccato un corteo autorizzato, ma ha pure voluto caricare gli studenti e usare lacrimogeni – usati l’ultima volta a Milano due anni fa – senza che ve ne fosse la minima necessità; quale sarebbe stato il grave pericolo per l’ordine pubblico se gli studenti avessero raggiunto via Larga e piazza Fontana? Semplicemente avrebbero terminato il percorso della manifestazione come dichiarato, ma questo è stato impedito.

GLI SCONTRI IN PIAZZA S.STEFANO:

Dopo essere arretrati e dopo aver cercato acqua per sciacquarsi gli occhi bruciati dai lacrimogeni gli studenti si sono ritrovati in piazza S.Stefano, e hanno deciso di proseguire la giornata di sciopero sociale occupando un aula in Statale.

ASSEMBLEA NELL’AULA OCCUPATA IN STATALE:

In assemblea in Statale si è deciso di riprovare a terminare la mobilitazione davanti all’arcivescovado, all’interno del quale quel giorno si teneva un incontro di presentazione della #buonascuola, quindi usciti dalla statale ci siamo diretti verso il centro, e arrivati davanti al portone della CEI – Comunità Ecclesiastica Italiana – abbiamo provato ad entrare nel cortile.

[one_fourth last=”no”] La polizia carica alle spalle gli studenti, il Questore si dimetta! [/one_fourth]La porta che dava accesso al cortile è stata immediatamente chiusa da dei funzionari della DIGOS, e gli studenti si sono ritrovati senza possibilità di entrare. A quel punto, invece di lasciare uscire gli studenti dai pochi metri quadrati del portone, come logicamente chiunque avrebbe fatto, sono stati richiamati i reparti, che correndo per tutta la piazza coi manganelli in mano sono subito arrivati, hanno bloccato gli studenti schiacciandoli contro il cancello interno e li hanno manganellati senza che potessero muoversi, schiacciati fra i loro scudi e il cancello dell’Arcivescovado.
Queste cariche sono la vera violenza della giornata, non possono essere difese perchè non avevano nessun fine se non quello di reprimere la protesta degli studenti che senza caschi, bastoni o altro avevano tentato di entrare in quel luogo dove il ministero ha presentato la #buonascuola, preferendo parlare con i preti che con gli studenti.

GLI SCONTRI ALL’ARCIVESCOVADO:

La gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine è stata inaccettabile, bloccare un corteo facendo salire la tensione fra i manifestanti, caricarlo una prima volta lanciando lacrimogeni e una seconda volta pestando gli studenti schiacciati in pochi metri quadrati non può essere giustificata nè difesa in alcun modo, perchè non è servita a mantenere l'”ordine pubblico” ma anzi, ha solamente avuto un fine repressivo verso le proteste, colpevoli di portare le opinioni di migliaia di studenti in piazza.

Chiediamo che il Questore si assuma la responsabilità di quanto accaduto, e chiediamo che si dimetta vista l’inaudita violenza senza senso di quella giornata.

IL QUESTORE SI DIMETTA!