L’8 ottobre si terrà a Milano il summit europeo sul lavoro. Lo stesso summit era stato precedentemente convocato per l’11 luglio a Torino e avrebbe dovuto trattare prevalentemente la questione della disoccupazione giovanile. Il cambio di programma ci ha suggerito la mancanza di capacità e volontà politica di confrontarsi con le proposte dei movimenti, delle associazioni e delle organizzazioni sociali che l’11 luglio non avrebbero accettato passivamente che venissero prese dall’alto decisioni rigurdanti il futuro di tutti. Di fronte a un vertice ritenuto rimandabile, abbiamo ribadito la necessità di rispondere immediatamente all’emergenza sociale della disoccupazione e della precarietà.
L’8 ottobre a Milano mentre i capi di stato europei si riuniranno per rincarare la dose a suon di precarietà, austerità e tagli alla spesa sociale, la FIOM ha convocato uno sciopero dei metalmeccanici e una manifestazione per il lavoro, l’occupazione e lo sviluppo con partenza ore 9.30 da P.le Lotto M1.
Anche gli studenti saranno in piazza per dire che le decisioni devono essere democratiche e condivise e che la soluzione alla disoccupazione giovanile non passa dall’aumento della flessibilità e quindi dall’ulteriore precarizzazione delle nostre vite ma dall’inversione di un modello di sviluppo che ci sta portando a picco. Pensiamo che l’austerità e il rigore economico, perseguito da Renzi e dagli altri governi europei, sia incompatibile con l’uscita dalla crisi economica, sociale ed ambientale. Pensiamo non siano più rimandabili investimenti in istruzione, cultura e ricerca, settori tagliati e mortificati dagli ultimi governi e che Renzi, con la Legge di Stabilità, vuole tagliare di altri 400 milioni di euro.
Jobs Act e Riforma della Scuola sono due provvedimenti che sanciscono la definitiva precarizzazione del lavoro, rendendo tipici i contratti atipici, e che sottomettono la scuola al mercato del lavoro ed agli interessi degli operatori privati.
All’attacco di Renzi che vuole eliminare i diritti e consegnare le scuole ai privati è necessario rispondere.
Gli studenti non faranno sconti a politiche che non mettono in discussione la precarietà, la dequalificazione delle competenze acquisite, i meccanismi di sfruttamento a partire da 8 e 10 ottobre!
Per approfondire come la riforma della scuola e il Jobs Act incideranno sulla vita degli studenti: QUI