In Catalunya storica vittoria per Esquerra Republicana il partito della sinistra indipendentista (Verdi Europei) che sorpassa per la prima volta nella storia della seconda repubblica il CIU (partito Liberal – Democristiano indipendentista) guadagnando in sostanza un +14% passando dal 9% delle elezioni europee del 2009 all’attuale 23%.
A questo dato bisogna aggiungere un importante 10% di ICV-EUIA (Verdi Europei-Lista Tsipras) che nella città di Barcellona si attesta addirittura come terza forza politica con il 12%. Vera rivelazione di questa tornata elettorale è invece il 4.6% di PODEMOS, infatti la nuova formazione di sinistra guidata da Pablo Iglesias che con l’8% su base nazionale si configura, a cinque mesi dalla sua fondazione, come quarta forza politica del paese.
Podemos che riprende di fatto le istanze del movimento Indignados, alle elezioni europee si presenta come indipendente ma differentemente dai nostrani Grillini, che in queste ore pare strizzino l’occhio al FN di Marine Le Pen in buona compagnia con la Lega di Salvini, paventa una probabilissima alleanza con la coalizione guidata da Alexis Tsipras.
Si configura quindi una crescita della sinistra indipendentista in Catalunya dove a farne le spese sono i partiti del cosiddetto bipolarismo PP e PSC i quali perdono rispettivamente il 9% e il 22%, fatto che porterà probabilmente ad un rimpasto del governo regionale se non addirittura ad elezioni anticipate; il CIU che detiene attualmente la presidenza della regione perde infatti la maggioranza relativa.
Il panorama nazionale riflette in buona parte il dato Catalano infatti, parallelamente al grande successo di Podemos e all’affermazione di Izquierda Plural rispettivamente come quarta e terza forza politica del paese, il PP e il PSE perdono rispettivamente il 16% e il 15%.
Diversamente dall’Italia dove si é sostanzialmente confermato il tripolarismo Renzi-Berlusconi-Grillo dove il leader del PD, dopo aver spostato ancora di più la linea del partito verso politiche da destra liberale, raggiunge addirittura la ragguardevole maggioranza relativa del 40%; in Spagna si va verso una composizione politica che, se confermata alle elezioni nazionali del prossimo anno, necessiterebbe di un nuovo sistema di alleanze che garantisca la governabilità tanto ai Popolari ad oggi di fatto isolati, quanto ai Socialisti.
Staremo a vedere come saprà comportarsi politicamente il partito di Iglesias di fronte a questo successo elettorale e, se PP e PS sapranno dar vita ad un processo di riforma interno senza il quale paiono destinati a scomparire se non in tutto il paese, sicuramente il Catalunya.
M.R.