WE ARE WINNING!
Costruire un’Altra Scuola, uscire dalla Crisi, per una società fondata sui beni comuni!
Siamo collettivi studenteschi, associazioni, movimenti nati in quest’autunno di mobilitazione o esistenti da decenni nelle nostre città. Siamo le esperienze che sulle parole “conflitto, democrazia, auto-rappresentanza” hanno realizzato il loro modello di costruire e organizzare le mobilitazioni di questo autunno contro i provvedimenti del Ministro Gelmini, le politiche del Governo Berlusconi e la crisi di Sistema causata dai grandi potentati economici e finanziari, una crisi che si ripercuote per colpa dei Governi sui lavoratori, gli studenti e le diverse soggettività che questo sistema mette ai margini rendendoli subordinati e precari.
Abbiamo occupato e autogestito le nostre scuole, dato vita a mobilitazioni imponenti di studentesse e studenti, abbiamo costruito azioni creative, innovative e conflittuali dimostrando di essere capaci di bloccare le nostre città, di mettere al centro dell’agenda politica la questione dell’attacco al mondo della formazione. Siamo stati in piazza il 16 ottobre a fianco degli operai non per semplice solidarietà, convinti che l’attacco ai diritti del mondo del lavoro e quello al mondo della conoscenza fosse lo stesso attacco, quello ai beni comuni. Lavoro e conoscenza sono diritti e beni comuni, i mondi composti da questi due beni sono fatti di popoli resistenti e ribelli, capaci di avere un’idea chiara e partecipata di come costruire cambiamento e vincere.
Il voto di condotta, il limite delle cinquanta assenze rappresentano il processo assolutamente non graduale di accentuazione della repressione e dell’autoritarismo nei nostri istituti che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle. Tramite questi strumenti stanno cercando ogni giorno di bloccare la nostra protesta, di formare coscienze senza spine dorsale e terrorizzate da una scuola vissuta come un carcere. Tuttavia in questo autunno abbiamo dimostrato che questi strumenti, non ci possono fermare.
Vogliamo costruire un’Altra Scuola. Non chiediamo un altro grande progetto di legge, non chiediamo nessun Ministro “amico” ma abbiamo l’esigenza di impiantare dal basso pratiche nuove di didattica partecipata, un modello di cicli scolastici che non divida gli studenti dei licei da quelli dei professionali, stages che non siano uno strumento della Confindustria per far lavorare a nero gli studenti, un percorso di alternanza scuola lavoro per integrare il sapere al saper fare. Vogliamo ampliare i nostri diritti e costruire un sistema realmente democratico di organi collegiali, e non consigli d’istituto che diventano palestra di poteri forti e autoritarismo dove gli studenti non possono decidere nulla.
Siamo studentesse e studenti consapevoli di essere tra qualche anno universitari, dottorandi, accademici, ricercatori precari. Sappiamo che l’attacco alle conoscenze è preludio di una società fondata sulla precarietà sempre più strisciante.
L’attacco che subiamo nelle scuole e nelle università è lo stesso che propone la Confindustria agli operai di Pomigliano, è lo stesso che subiscono le popolazioni campane sommerse dai cumuli di immondizia, è lo stesso delle popolazioni aquilane prese per i fondelli dall’illusione della “ricostruzione”, è lo stesso degli immigrati di Brescia saliti su una gru ed espulsi appena scesi. Questo Governo è precario e deve cadere. Il governo Berlusconi sta per cadere. Forse è già caduto. La liberazione che meritiamo richiede un risveglio collettivo, richiede la rivolta pacifica e determinata di chi è stanco di essere suddito, richiede che noi, uomini e donne che vivono in questo paese, scendiamo in piazza per sfiduciare davvero Berlusconi. Il 14 dicembre saremo in piazza in tutta Italia ma non ci limiteremo a sfiduciare il governo, al contrario, dimostreremo che noi, generazione precaria e senza futuro, non siamo sfiduciati. E’ arrivato il momento di passare dalla resistenza alla riscossa.
Pensiamo quindi che sia necessaria una grande assemblea nazionale delle realtà studentesche sparse per i territori del Paese che discuta di come uscire dalla crisi, ripartendo da un nuovo welfare e da una scuola fondata sulla democrazia e sulla partecipazione, grazie all’intervento di chi la vive tutti i giorni. Un’assemblea nazionale che si riunisca a Roma il 18 e 19 Dicembre in cui si discuta tutto questo, in cui mettere in condivisione una valutazione su questo autunno, in cui discutere le forme con cui continuare la mobilitazione da Gennaio, in cui il confronto con le altre realtà in lotta nel mondo della scuola e oltre possa far maturare la nostra riscossa.
Non vogliamo pagare questa crisi, vogliamo riprenderci il futuro e ricostruire il presente, vogliamo poter essere liberi, tutte e tutti. We are winning!